In Alto Adige si dice: “O nasci agricoltore o sposi un’agricoltrice”. Othmar Malleier rappresenta un’eccezione. Era litografo e non si è sposato per diventare agricoltore. Quando i macchinari per la stampa hanno iniziato a fare il suo lavoro, ha trovato nella natura una nuova vocazione. Insieme a un amico, costruisce un vivaio. Con tanto cuore e dedicandogli molto tempo. I giorni, le ore, i secondi passano veloci. E troppo poco resta per la sua famiglia. Alla fine, vende il vivaio e compra un pezzo di terra poco distante da casa. Othmar diventa un agricoltore part-time. Inoltre, cura un giardino. E fa la guida per più di dieci anni, sempre in dei giardini: quelli famosi di Castel Trauttmansdorff a Merano.
“Sogno di un evento che dia più consapevolezza alla gente sull’agricoltura biologica.“
Il suo meleto si trova vicino a un sentiero. La gente che passa di lì chiede sempre più spesso: “Cosa ha di speciale un meleto bio?”. Tra meleti, sovesci, cespugli, cataste di legno, sassi e brindilli, ce n’è da raccontare. E se a Othmar restasse ancora un po’ di tempo libero tra la sua famiglia, il lavoro e gli ospiti della sua pensione Aronia, risponderebbe a ogni domanda. La mancanza di tempo gli fa venire un’idea: Othmar, il litografo di una volta e un motivatore nato, concepisce un cartello capace di spiegare proprio tutto del suo meleto bio. Passa poco tempo e i suoi colleghi agricoltori bio lo incaricano di creare cartelli anche per i loro meleti.
Distinguersi è qualcosa d’innato nel carattere di Othmar. Coltivare solo mele nei suoi prati non è abbastanza per lui: grazie alla sua passione per il giardinaggio fa fiorire malve, girasoli e sovesci. Qui maturano anche i cespugli attorno ai frutteti, i fagioli e anche le pesche. Solo al centro una striscia di terreno rimane libera. Dove cresce l’orto, che Othmar irrora con tè alle erbe. Mele, altri frutti, verdure e fiori: quanto diverso può essere un impianto commerciale.